“E’ una zona grigia, dai contorni mal definiti, che insieme separa e congiunge i due campi dei padroni e dei servi. Possiede una struttura interna incredibilmente complicata, e alberga in sé quanto basta per confondere il nostro potere di giudicare” 

(da Primo Levi, “I sommersi e i salvati”)

Il Coltan e le problematiche ad esso legate
Il termine Coltan sta per Columbite + Tantalite. Questi sono chiamati dai media con lo pseudonimo negativo di minerali insanguinati o minerali dei conflitti, mentre il Coltan consiste nel raggruppamento di questi due metalli all’interno della stessa massa mineralogica, in forma di piccoli cristalli e sassi dalle dimensioni variabili.
Il Coltan è la miscela complessa che si trova nei condensatori all’interno dei nostri telefoni cellulari e dei nostri computer, mentre il Tantalio è impiegato anche nell’industria bellica per creare il rivestimento dei proiettili perforanti.
Oltre che essere considerati insanguinati, sono definiti anche minerali critici, ovvero essenziali all'economia e sicurezza nazionale di alcune tra le più grandi potenze al mondo, USA tra le prime. 

Dove?
La zona geografica specifica dell’estrazione di Coltan riguarda principalmente la Repubblica Democratica del Congo, caratterizzata da una terra e da un popolo con un passato difficile e complesso, segnato spesso da una vera e propria lotta per la sopravvivenza.
Questo territorio e questo popolo sono vessati e sottomessi ad un sistema di estrazione di materiali che, purtroppo, in termini di proprietà ed efficacia, non trovano ancora sostituti, portando in Congo delle dinamiche di speculazione non indifferenti e di estremo impatto negativo su popolazione e biodiversità.


Qual è il valore economico di questa situazione?
Soltanto nelle province orientali del Nord e Sud Kivu, si stima una rete dal valore economico di 24 trilioni di dollari americani, che sussiste tutt’oggi.
Il mercato è oggi soggetto al controllo dei signori della guerra che, spesso finanziati dalle corporation e dalle autorità governative, prendono il comando dei giacimenti minerari in modo da potersi accaparrare i profitti derivati dall’esportazione di risorse.  I siti minerari, basati sul lavoro forzato, dove i minatori sono spesso gli stessi a imbracciare le armi contro la loro volontà, sono protetti e gestiti dalle organizzazioni paramilitari, supportate finanziariamente dagli stessi governi corrotti e corporation che forniscono loro approvvigionamenti, armi e munizioni.
Sul territorio congolese le miniere autorizzate e certificate conflict free sono solo 160 sulle oltre 1000 presenti su tutto il territorio nazionale, il che rende quasi impossibile stabilire la tracciabilità della risorsa.
Il Coltan viene estratto illegittimamente in Congo e viene poi portato al confine col Rwanda dove, prima di essere esportato per la raffinazione in Asia, viene mischiato a risorse legittime: in questo modo si perde l’identificabilità del materiale come risorsa derivata o no dallo sfruttamento.
Nel 2018, anno in cui Rwanda e Congo corrispondono il 66% della produzione mondiale di tantalio, il prezzo di questo sale ai $218 al chilogrammo, contro i $40 del 2008, segnando un incremento netto del prezzo superiore al 200%.


Chi sono i minatori?
A una maggiore domanda seguono inevitabilmente peggiori condizioni dei minatori.
Nei giacimenti minerari che sono situati nella giungla profonda, le condizioni di salute e sfruttamento della popolazione peggiorano sensibilmente. I civili vengono strappati dai loro villaggi di appartenenza dai signori della guerra, vengono deportati nelle miniere, dalle quali non hanno scampo e nelle quali sono costretti a vivere.
Sottoposti a lavori forzati, i minatori guadagnano una paga misera, se non inesistente, e sono spesso obbligati a impugnare, oltre al piccone, anche il fucile per difendere il sito minerario.
Dal momento che l’estrazione del Coltan non richiede particolari competenze né conoscenze, i proprietari minerari sono spinti a investire sulla manodopera minorile, più semplice da manipolare, con meno possibilità di ribellione contro i padroni. La loro ingenuità viene sfruttata dai padroni per la difesa del sito minerario: i bambini vengono educati fin da piccoli ad essere soldati leali negli scontri con le organizzazioni nemiche. Inoltre, la manodopera minorile ha un costo pari a zero, o pari a un pezzo di pane, mentre gli adulti sono pagati circa 4 dollari al giorno.
Sottoposti a tali condizioni di vita, i bambini sono facilmente esposti a infezioni e malattie di ogni genere.
Installazione multimediale
La nostra installazione vuole presentare due situazioni diverse:
• quella della realtà, che presenta le due dimensioni di servi e padroni
• quella della zona grigia, nel contesto del Coltan.
Sebbene possa sembrare anacronistico l’utilizzo di termini quali servi e padroni, essi ci aiuto ad attribuire dei significati precisi mutuati dal passato alla realtà approfondita. Infatti servi e padroni rimandano immediatamente a situazioni simili, già conosciute nella storia remota e più recente, di sfruttamento e arricchimento di pochi potenti a discapito di tanti umili sottomessi. 
Con questa installazione vorremmo dare la possibilità all’utente di trovarsi di fronte a queste due situazioni tanto diverse, quanto reali.
Noi e il nostro telefono siamo rappresentativi della zona grigia del nostro mondo: ci troviamo in essa senza esserne coscienti. Viviamo nella dimensione in cui i nostri telefoni cellulari e i nostri computer ci pongono, ovvero un mondo di sovra-informazione e superficialità della stessa, ma allo stesso tempo un mondo colorato, sgargiante.
La zona grigia è il luogo in cui domina la confusione: noi utilizziamo strumenti contenenti il Coltan, spesso senza esserne a conoscenza, ma cerchiamo di sfruttarne le possibilità nella maniera più funzionale.

La dimensione dei servi è rappresentata da coloro che si occupano di estrarre il Coltan in prima persona dalle miniere in Congo e che sono sottomessi alle leggi dei padroni e sottoposti a una condizione di totale sfruttamento.
La dimensione dei padroni è, invece, rappresentata da coloro che detengono il potere economico, politico e sociale sul Coltan, quindi i proprietari minerari e i dirigenti delle maggiori aziende di produzione di dispositivi elettronici contenenti il minerale in questione. 
Nella nostra installazione vogliamo sfruttare il confine che esiste tra le due dimensioni e vogliamo fare in modo che l’utente possa rendersi conto di una e dell’altra sulla base della sua interazione.

In che modo?
Abbiamo pensato di dare la possibilità all’utente di accedere ad uno spazio in cui può interagire con la proiezione. 
Entrando nello spazio allestito, l’utente si trova di fronte alla proiezione riguardante la zona grigia: smartphone, informazioni, i colori sgargianti della tecnologia, messaggi, notifiche, scrolling continui su schermi, immagini che siamo abituati a vedere in prima persona, le funzioni, la configurazione fisica e il mondo che lo smartphone costituisce.
A disposizione dell’utente si trovano dei cavi che danno la possibilità all’utente di attaccare il proprio smartphone/telefono cellulare e metterlo in carica.
Quando l’utente collega il proprio dispositivo la proiezione cambia e si presentano tre contenuti differenti:
• sullo sfondo, immagini in bianco e nero e texture riguardanti la Repubblica Democratica del Congo, il suo passato e la sua popolazione;
• sulla sfera in alto a sinistra, la costruzione e scomposizione di uno smartphone in tutte le sue componenti. Questa sezione rappresenta la dimensione dei padroni, coloro che detengono il potere e che sfruttano i lavoratori e i minatori, i proprietari minerari e le maggiori aziende di produzione di dispositivi elettronici contenenti Coltan;
• sulla sfera in basso a destra, scorrono immagini video di minatori al lavoro. Questa sezione rappresenta, invece, la dimensione dei servi: coloro che si occupano di estrarre il Coltan dalle miniere in Congo e che sono sottomessi alle leggi dei padroni.
In questo modo l’utente si trova di fronte a una situazione reale e diversa da quella positiva, colorata e tecnologica degli smartphone della zona grigia.

Qual è il nostro obiettivo?
Porre lo spettatore di fronte a tre diversi contenuti, servi, padroni e zona grigia, immergendolo totalmente in una dimensione audio e video che lo faccia riflettere sulle tematiche approfondite e sulle problematiche ad esse connesse. In questo modo l’utente è stimolato ad immedesimarsi in tutte e tre le situazioni, libero di prendere atto della situazione, delle ripercussioni generate e collegate alla questione del Coltan.
Il nostro progetto mira quindi a fornire informazioni su una realtà economico–politica di particolare impatto, sulle condizioni di vita e di lavoro della popolazione povera ed indifesa di alcuni Paesi africani, ma anche a stimolare una riflessione sulle connessioni che lo sfruttamento di questi minerali genera sull'economia, sul mondo e sull’impatto che tale situazione ha su ciascuno di noi nel nostro quotidiano. 

Da fruitori inconsapevoli, gli utenti hanno la possibilità di acquisire consapevolezza ed, eventualmente, responsabilità.
COLTAN / GREY ZONE
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COLTAN / GREY ZONE

This project is based on the Primo Levi's "Grey Zone" definition. The main goal of this project is to represent with audio, video and interactio Read More

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