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Linee guida per il Designer della comunicazione visiva

Linee guida per il Designer della comunicazione visiva
Elaborato Finale di Tesi / Triennale in Graphic Design Comunicazione d'Impresa / Accademia di Belle Arti di Catania
Questa tesi vuole essere una guida per chi volesse intraprendere in modo chiaro il percorso verso la conoscenza della progettazione grafica. Che ci si ritrovi nell'ambito della stampa o quello digitale, per ottenere un elaborato chiaro, efficace ed ordinato, il progettista prima di iniziare non può fare a meno di farsi forza con la conoscenza di determinate basi già metabolizzate da uno studio attento e meticoloso. La tesi parte da alcuni cenni storici sul Bauhaus, sull'Hochschule für Gestaltung di ULM, passa poi dalla Scuola Svizzera per poi finire all'apprendimento di tutte quelle che sono le nozioni base della progettazione grafica: dalla carta, all'uso dei colori, ai metodi di stampa, fino ad arrivare a conoscere l'uso corretto sia delle griglie che della tipografia.
1. Cenni storici
Un buon progettista grafico oltre ad avere capacità creative, saper utilizzare i software adatti, deve necessariamente conoscere gli eventi storici che hanno influenzato il mondo della comunicazione visiva.
In questo capitolo si parlerà dell'origine della grafica moderna grazie all'impulso da parte del Bauhaus, un'esperienza che nonostante sia durata solo 14 anni, è essenziale ancora oggi nella formazione di un progettista grafico. Dopodiché si parlerà della Hochschule für Gestaltung di ULM, un'altra parentesi la cui intensità e voglia di fare ha portato al cosiddetto "modello di Ulm", che ebbe un grande successo e si espanse in gran parte del mondo. Infine si passerà a parlare del movimento Svizzero-Tedesco dell' International Typographic Style a cui si devono le basi per una comunicazione chiara ed efficace.
2. Dalla carta al progetto grafico
Nel momento in cui un progettista grafico si trova a realizzare un artefatto comunicativo, che sia un libro, un manifesto, una brochure o anche un semplice biglietto da visita, deve tener conto di una serie di cose.
In primis, il progettista deve cercare di conoscere al meglio il supporto finale del suo lavoro, ovvero la carta (in caso di stampa) o i dispositivi digitali odierni (in caso di distribuzione per Desktop Publishing o Digital Publishing). Dopodiché in fase di progettazione deve tener conto di utilizzare il giusto formato al fine di realizzare un prodotto funzionale, cioè con un prodotto con la giusta maneggevolezza e con un corretta presentazione. Infine deve conoscere i vari metodi colori e i diversi processi di stampa da utilizzare per poter essere certo di ottenere un prodotto di qualità che soddisfi sia la committenza che i fruitori del prodotto finale.

3. Le griglie di progettazione
Quando il progettista grafico si attinge ad elaborare un artefatto editoriale, ha bisogno necessariamente delle griglie di progettazione al fine di disporre ordinatamente gli elementi sull’elaborato. I benefici che derivano sono: chiarezza, efficienza e continuità.
Prima di ogni cosa, una griglia introduce ad un ordine sistematico e ad una struttura visiva che facilitano la distinzione tra diverse informazioni e indirizzano lo spostamento dell’occhio dell’utente finale. Adottare quindi una suddivisione dello spazio, permette al progettista grafico di disporre enormi quantità di dati (immagini, testi e disegni grafici), come per esempio su un libro, risparmiando in modo considerevole del tempo perché la maggior parte delle considerazioni di organizzazione sono state risolte nella fase di progettazione degli spazi. Inoltre, la griglia permette a diversi progettisti di collaborare allo stesso progetto editoriale o ad una serie di progetti collegati senza compromettere la coerenza tra un prodotto e l’altro.

4. I caratteri tipografici
Nel corso dei secoli i caratteri tipografici hanno subito importanti variazioni. Si è passati dalla loro realizzazione su pietra (scrittura cuneiforme), al sistema di scrittura egiziana (geroglifici), fino alla nascita dell’alfabeto grazie ai Fenici e ai Greci. Dopodiché, dopo svariati secoli, nel 1455 grazie all’invenzione del procedimento di stampa a caratteri mobili da parte di Johannes Gutenberg , si è passati dalla trasposizione manoscritta a quella meccanica. Questo, come già detto in precedenza nel secondo capitolo, rivoluzionò il processo produttivo e fece aumentare la velocità della realizzazione di un elaborato.
Al giorno d’oggi tutto è stato semplificato tramite i Software di Desktop Publishing come Adobe InDesign ®, che grazie ai caratteri tipografici digitali in formato PostScript (Font), creati con Software di Type Design, danno la possibilità al progettista grafico di avere una vasta gamma di caratteri a disposizione e un’anteprima a video dell’elaborato che si sta progettando, aumentando ulteriormente la velocità della realizzazione di un qualsiasi prodotto. Tuttavia, anche se ormai tutto è stato facilitato, un buon progettista grafico deve conoscere tutti gli aspetti che compongono i caratteri tipografici, come l’unità di misura, l’anatomia del carattere, le loro classificazioni e l’uso corretto di essi.

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