Antonio Lupo's profile

ENTROTERRA | osservatorio sul paesaggio fantasma rurale

ENTROTERRA  |  osservatorio sul paesaggio fantasma rurale





Entroterra è un progetto che mira a reinstaurare e a intensificare nei visitatori una presa di coscienza sul territorio rurale dell’entroterra siciliano, attraverso una serie di interventi all’interno di Borgo Santa Rita, atti a potenziare le piccole e sporadiche iniziative di recupero, già esistenti, e ad offrire diversi livelli di lettura del paesaggio e del borgo stesso per una migliore comprensione e godibilità del luogo.

La decadenza stessa del luogo, e di tutto il paesaggio, essendo questa una peculiarità condivisa con gran parte dell’entroterra remoto siciliano, oltre ad essere un potente elemento narrativo e suggestivo, con recuperi e installazioni su piccola scala può tramutarsi in uno scenario sulla quale costruire esperienze immersive per un turismo sostenibile. Questo tipo di esperienza viene quindi filtrata attraverso l’utilizzo dei ruderi e degli spazi abbandonati stessi, che diventano al contempo elementi narrativi e spazi di servizio. 

 



Osservatorio Rurale si pone come un’interfaccia tra l’uomo è il paesaggio rurale abbandonato, nel tentativo di sottolineare i migliori aspetti della vita rurale ormai dimenticata e far emergere le problematiche del rovinoso stato di fatto in cui tutto il sistema paesaggio rurale versa.



Il progetto si inserisce all’interno di Borgo Santa Rita, uno dei pochi borghi rurali abbandonati dove sono gli stessi abitanti rimasti a prodigarsi nel tentativo di tenerlo in vita, per potenziare le iniziative di recupero sfruttando la morfologia stessa del luogo,  in particolar modo la sua posizione sopraelevata sul crinale del colle.
La scelta di Borgo Santa Rita come luogo di intervento per Osservatorio Rurale nasce dal fatto che in esso sono presenti ancora delle piccole iniziative di ripresa locale portate avanti dagli stessi e ormai pochissimi abitanti del borgo. Il progetto si inserisce all’interno di queste iniziative con lo scopo di potenziarle per far crescere l’interesse verso questo borgo semi-abbandonato e coinvolgere sempre più visitatori. 




La decadenza assume qui le sembianze di un valore aggiunto che permette di raccontare quella parte di storia che è stata dimenticata, come se fosse stata interrotta, ed è proprio l’interruzione stessa che permette di raccontarla meglio e a renderla più suggestiva e appetibile per i visitatori. Il recupero del luogo deve essere filtrato attraverso una presa di coscienza con la pretesa di non essere prettamente didattica, ma anche funzionale, sia ai visitatori, così come agli abitanti stessi. 
Ai ruderi del borgo e agli spazi inutilizzati viene data una seconda vita attraverso un intervento che tende ad evidenziare lo stato di degrado, invece che cancellarlo, enfatizzandone così la condizione attuale nel tentativo di generare interrogativi che coinvolgano maggiormente il visitatore, intensificando la sua esperienza legata al luogo e all’intero paesaggio.





IL RUDERE


L’intervento sul rudere è volutamente leggero, viene unicamente inserito un nuovo piano di camminamento, composto da una griglia in acciaio galvanizzato, attorno alla quale vengono volutamente lasciati i detriti sulla quale crescono e prosperano le piante selvatiche, anche al di sotto della stessa griglia. Le mura vengono lasciate così come si presentano allo stato di fatto, con le evidenti sovrapposizioni di strati e le aperture sulle aree vengono ricavate dalle finestre presenti, per non danneggiare e alterare quel che rimane della struttura. Il progressivo processo di decadenza dell’edificio non viene volutamente interrotto, ma al contrario svelato, perché è proprio questo processo che racchiude l’essenza stessa della borgata e permette di raccontarne la storia.

Il rudere viene così trasformato in un vero e proprio catalizzatore di flussi, un’area che collega direttamente le principali attività rimaste del borgo. L’edificio, non avendo più il tetto si presenta come uno spazio ibrido e aperto, uno spazio pubblico che funge da passaggio ma anche da primo punto di arrivo per poter conoscere la storia e muoversi all’interno del piccolo borgo.




il rudere diventa a sua volta un nuovo punto di arrivo, in cui, grazie a dei pannelli informativi, vengono fornite indicazioni su cosa vedere, dove trovarlo e come intensificare la propria esperienza all’interno del borgo, invitando ad un contatto diretto con il paesaggio. Dall’interno del rudere, è infatti possibile poter osservare direttamente il paesaggio, sia attraverso le aperture sulla piazza, sia attraverso l’utilizzo di due speciali periscopi panoramici, sempre accessibili, dalla quale è possibile scrutare ed esplorare con lo sguardo l’intera area circostante al borgo, mettendo così in relazione diretta l’interno, rappresentato dal rudere e dal borgo stesso, con l’esterno, ovvero i campi coltivati, elementi che rappresentano sinteticamente l’essenza stessa del paesaggio tipico dell’entroterra siciliano rurale.



LA PIAZZA


Pur avendo ampi spazi aperti, Santa Rita non possiede una vera e propria piazza. Nei piccoli comuni, come nelle grandi città, le piazze sono il fulcro e il centro della vita sociale, un ampio spazio pubblico che permette l’interazione sociale, economica e culturale tra i cittadini.




Lo spazio della piazza, identificato nell'area spianata adiacente alla chiesa, in posizione dominante sul panorama, viene solamente suggerito da alcuni elementi leggeri che riprendono le aperture della parete del rudere che si affaccia proprio sulla piazza, dei wireframe metallici che descrivono i confini all’interno dei quali si sviluppa la piazza che si presenta come un grande spazio aperto e versatile, a completo servizio delle attività del borgo, un nuovo luogo di incontro dove poter svolgere le principali manifestazioni presenti e future, che costituiscono il vero motore della ripresa di Santa Rita.
La parte che si apre sul panorama viene lasciata libera da elementi che altrimenti disturberebbero la vista dal fondo della piazza, panorama che viene incorniciato proprio da quegli elementi in wireframe che descrivono la piazza stessa.



IL PERCORSO PANORAMICO

Lo scopo della realizzazione di un percorso panoramico è quello di portare all’esterno del borgo i visitatori nel tentativo di creare un’esperienza immersiva tra i campi, in pieno contatto con il territorio, non solo tra gli edifici.
Sfruttando una strada parzialmente asfaltata, che partendo del borgo in direzione Est si perde tra i campi, viene offerta un’esperienza contemplativa che si traduce in una presa di contatto diretta con il territorio. L’intera strada costeggia il crinale del monte Pisciacane permettendo così un punto di vista sopraelevato su gran parte dei campi coltivati e una visione panoramica sull’orizzonte dell’entroterra siciliano.
Il percorso panoramico è caratterizzato da un continuo susseguirsi di edifici abbandonati ormai ridotti a allo stato di ruderi, sintomo dell’abbandono progressivo dei campi. L’alternanza tra ruderi e campi crea una visione complessiva dello stato di fatto in cui versa l’entroterra siciliano e, l’intero percorso, si tramuta in un esperienza sensoriale, fatta di odori, colori e suoni provenienti dai campi coltivati prevalentemente a grano.




Osservatorio Rurale accompagna gli escursionisti lungo tutto il percorso e tramite l’inserimento di piccole installazioni, waymarkers, viene fornita, attraverso l’interazione, la possibilità di amplificare l’esperienza vissuta anche attraverso i diversi periodi dell’anno. Il percorso culmina con una piccola area panoramica dove è possibile ristorarsi e godere del panorama. Da questo punto in poi, a circa 1 Km dal borgo, viene lasciata libera scelta agli escursionisti se continuare proseguendo in autonomia per le strade che si diramano tra i campi o tornare indietro verso il Borgo.




" Passeggiare è una pratica di vita importante. é una pausa, rispetto all’agire, che ci consente di immergerci nel passato, di guardarlo con occhio distaccato, godendone i molteplici aspetti, toccandolo con mano e, per così dire, accarezzandolo, respirando con il suo respiro. [...] Basta una passeggiata di mezza giornata per scoprire un paesaggio, penetrarne l’essenza, coglierne la dimensione temporale molteplice, sia quella che riguarda la formazione geologico-territoriale sia le sovrastrutture storiche. "
Eugenio Turri, Il paesaggio come teatro, Venezia 2010










Il percorso panoramico si presta quindi ad accogliere sia gli escursionisti che i semplici visitatori del borgo, fornendo loro diversi e leggeri dispositivi di interazione per amplificare l’esperienza di esplorazione all’interno del paesaggio fantasma. Un’esperienza che permette di comprendere appieno la decadenza che pervade l’intero paesaggio e di percepirne allo stesso tempo tutti gli aspetti positivi che esso è ancora in grado di offrire, nonostante venga considerato morto. Fantasma.
Tra i ruderi disseminati lungo il tragitto che fanno da testimonianza, si riesce a leggere e a rivivere con una semplice passeggiata la storia e l’essenza stessa del luogo.



ENTROTERRA | osservatorio sul paesaggio fantasma rurale
Published:

ENTROTERRA | osservatorio sul paesaggio fantasma rurale

Progetto di Tesi di Laurea Magistrale conseguita in Interior Design presso il Politecnico di Milano Relatore : Ico Migliore | Correlatrice : Chi Read More

Published: