Esistono oggetti che fanno parte della “storia collettiva” altri invece soltanto di quella individuale.
Esistono oggetti scartati dallo star system delle cose, ciò nonostante divenuti icone personali,
instaurando un rapporto con chi li incontra, un legame enigmatico direttamente indecifrabile.
Nascono così storie non scritte che segnano inequivocabilmente entrambi i protagonisti diventandone parte integrante.
Indagando la dimensione quotidiana e queste sue vicissitudini, emerge che nell'interazione con l'oggetto, l'uomo compie alcuni gesti che lasciano segni. Consapevoli o inconsapevoli, permanenti o meno i segni sono la rappresentazione di tutte le piccole o grandi vicende tra gli uomini e gli oggetti.
Ricercando questi, e rappresentandoli esplicitamente nasce Tracce. Una collezione in cui Il corpo si offre come superficie d' inscrizione del segno, così l’involucro non è più solo il contenitore della forma ma diventa interfaccia delle storie interiori dell'oggetto. I segni “impressi” nell’oggetto ne modificano la personalità , arricchendola progressivamente nel tempo e la forza performativa delle tracce diventa valore aggiunto e chiave di lettura delle storie.
