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Medea 4 - Testo della poetessa Alice Serrao

Medea
Ti uccidono i figli, Medea.
La folla in tumulto alle porte del tempio
li strappa all’altare di Hera
dove li avevi lasciati in custodia
ad una sacralità che già sapevi in rovina.
E addossate alle mura,
si sciolgono le bende bianche
alle sacerdotesse impaurite,
ora che cade la colpa di tutta Corinto,
come un pretesto,
nel sangue dei tuoi figli, Medea.
E “Madre” gridano “Madre”:
sale lo strazio degli urli
fino agli astri fraintesi
dall’alto della torre di Leuco,
che, disfatto, nel buio dei cieli intravisti,
fissa come scorre quell’urlo
bagnando le vie più introverse di tutta Corinto.
Ma tu non sai Medea,
come invade le piazze quel sangue:
raggruma sui ferri di Oistros,
rosso come la ruggine,
mentre sul marmo  il tuo amante
scolpendo perpetua il dolore
e sulla pietra la rabbia ha il tuo volto, Medea.
Ti lapidano i figli, tu madre,
e anche Giasone ode quel gemito:
lo sente imbrunire nel pozzo
e non sa più in quale corpo
poter ritrovare ancora la sua Argo.
Sono morti i tuoi figli
e dicono che sei stata tu pazza
a farli a brani.
Eppure tu nel tuo esilio,
Medea non sai
quella voce che copre
la distanza immensa della Colchide;
ripeti che loro ti vendicheranno
e ti illudi, posando la testa
sul grembo vuoto di Lissa.
 
Alice Serrao
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Medea 4 - Testo della poetessa Alice Serrao
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Medea 4 - Testo della poetessa Alice Serrao

MEDEA 4, tecnica mista su tela di sacco, cm.42x56. Testo di Alice Serrao . Suggestioni dalla Medea di Christa Wolf.

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