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La Venere degli Stracci

Ti sembra di vederlo in lontananza ma in realtà è dappertutto, lo senti scorrere tra le dita, sotto i tuoi piedi, ti riempie le tasche anche quando le svuoti. Sembra niente ma è materia fatta di oggetti inutili, rifiuti che aumentano di volume, che crescono anche quando ti sembra di non vederli più. Come la polvere, la ruggine o la sabbia, come un cancro che si espande. Credi di eliminarli ma ci sono, stanno lì e ti guardano, solenni, respirano e appena volti lo sguardo si riproducono. Sono ovunque e non ci lasceranno scampo. Verremo fagocitati dagli stracci, da tutto quello che usiamo e buttiamo senza cura.
Sembra quasi che nel 1967 Michelangelo Pistoletto avesse anticipato il pensiero di Philip K.Dick e l’avesse reso opera d’arte.
La sua ‘Venere degli Stracci’ è un vero e proprio manifesto dell’Arte povera dove una figura classica interagisce con elementi alieni dal proprio mondo e legati alla contemporaneità.
La Venere in questione viene letteralmente travolta da una montagna di abiti usati gettati intorno a lei in un gioco pieno di opposizioni e contrasti. Proprio quella massa informe di tessuti e colori rimanda al concetto di ‘kipple’ introdotto in letteratura proprio l’anno successivo alla creazione dell’opera da Philip K.Dick nel libro ‘Do Androids Dream of Electric Sheep?’ da cui poi venne tratto ‘Blade Runner’. Il ‘kipple’ è una sorta di blob, o ammasso informe di cose per lo più inutili che noi umani consumiamo e buttiamo ogni giorno e che in assenza di controllo è destinato a riprodursi e a fagocitare noi e l’intero pianeta. Una sorta di entropia letteraria, di caos che cresce gradualmente e che lentamente consuma, distrugge, copre tutto il resto. Un processo inarrestabile impossibile da ribaltare che col tempo degenera inesorabilmente diventando specchio della nostra stessa mortalità.
Pistoletto però fornisce una chiave, una possibile soluzione che è data proprio dalla figura più classica, una Venere realizzata con un calco di una statua greca dipinta di vernice dorata. L’eterna bellezza in contrasto con la transitorietà della moda, l’effimero che consumiamo e che ci consuma può essere contrastato solo da ciò che è immutabile, dall’eterno valore dell’Arte.
E con lo stesso identico fine, quella bellezza sta al centro anche di questa serie di scatti dove la Venere appare ricoperta dagli stracci che sorreggeva nell’opera originaria, i colori e i tessuti seguono le linee del corpo e lo ridisegnano lasciando però che esso resti l’elemento dominante di ogni foto.
Concept: SILVIA MATTEINI
Model: GIORGIA ANDREAZZA
Stylist: CLAUDIA TARQUINIO
Text: GIANNI CHELLI
 
La Venere degli Stracci
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La Venere degli Stracci

"La Venere degli stracci" liberamente ispirato all'opera di Michelangelo Pistoletto del 1967 Ti sembra di vederlo in lontananza ma in realtà è d Read More

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