Dolomiti
Concorso: Proposta per il marchio e l'identità visiva delle Dolomiti Unesco

Sintesi del marchio e logotipo: razionale

Il marchio proposto per le Dolomiti è composto da due blocchi di elementi:

1) Un pittogramma costituito da 9 strutture geometriche, trapezi irregolari che rappresentano i 9 gruppi montuosi, ognuno distinto nella propria singolarità morfologica e contemporaneamente unito agli altri dalle caratteristiche comuni del sistema dolomitico. 
2) Il logotipo Dolomiti-Dolomites-Dolomitis-Dolomiten, disposto ad arco sopra il pittogramma in modo da abbracciare idealmente l’intero sistema montuoso. 

Le caratteristiche generali del marchio:
A) UNICITÀ ESTETICA
Il pittogramma si differenzia dall’iconografia tradizionale in tema di montagna in quanto non rappresenta le cime come triangoli più o meno appuntiti e svettanti verso il cielo ma utilizza più complesse forme trapezoidali irregolari.
Sul piano della rappresentazione, questa scelta esprime la volontà di riprodurre e rendere immediatamente riconoscibile, una forma prettamente “dolomitica”.
Sul piano concettuale, l’uso del trapezio irregolare permette di realizzare graficamente costruzioni geometriche differenziate, cioè i diversi gruppi montuosi, pur conservando l’unità di sistema.
Sul piano meramente estetico, le scelte morfologiche, dimensionali e cromatiche conferiscono al pittogramma un mix di equilibrio, differenziazione e potenza iconica particolarmente adatte a simboleggiare l’unicità delle Dolomiti.

B) STRATEGIA
La forma dolomitica trapezoidale, debitamente costruita secondo un ordine geometrico e dimensionale ben definito (vedi cap 2.0), oltre a connotare la rappresentazione grafica come espressione di un sistema montuoso unico al mondo, intende distinguere ogni gruppo nell’ambito del sistema dolomitico, senza però privilegiare una singola vetta rispetto alle altre.

C) COLORI
L’uso dei colori nel pittogramma, prima che dalla volontà di conferire al marchio gradevolezza estetica, origina da due precise esigenze rappresentative.
La prima va individuata nella scelta di evocare il paesaggio dolomitico, noto per l’estrema varietà cromatica e per il caratteristico contrasto fra le linee morbide delle praterie e l’imponenza delle cime nude accentuata dal loro sviluppo verticale.
Tale contrasto viene reso attraverso l’uso di un sistema di gradazioni nei colori del verde e del marrone che sconfinano nel grigio-azzurro delle cime.
I giochi di trasparenze e la sovrapposizione delle sfumature fra un gruppo  e l’altro intendono evocare la natura stratiforme dell’orogenesi dolomitica.

La seconda esigenza è imposta dalla differenziazione territoriale: ogni gruppo montuoso è caratterizzato, oltre che da una forma precisa, dai suoi colori istituzionali.
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